lunedì 26 gennaio 2009

LETTERATURA E POESIA NELLA STORIA E NELL’UOMO (saggio breve)

Per la sua dolce o cruenta espressività, per la capacità di istruire o far provare emozioni, per la sua importanza ed imponenza, la poesia è stata da sempre considerata arte e dono naturale.
Annoverata tra le Muse col nome di Calliope, la poesia è la massima espressione letteraria tramandataci dall’antica Grecia.


Il numero delle muse e il campo dell'arte in cui esse agivano venne precisato intorno al IV secolo a.C. I loro nomi erano:



Calliope, dalla bella voce, la Poesia epica, con una tavoletta ed un libro;
Clio, colei che rende celebri, la Storia, seduta e con una pergamena in mano;
Erato, che provoca desiderio, la Poesia amorosa, con la lira;
Euterpe, colei che rallegra, la Poesia lirica, con un flauto;
Melpomene, colei che canta, la Tragedia, con una maschera, una spada ed il bastone di Eracle;
Polimnia, dai molti inni, il Mimo, senza alcun oggetto;
Talia, festiva, la Commedia, con una maschera, una ghirlanda d'edera ed un bastone;
Tersicore, che si diletta della danza, la Danza, con plettro e lira;
Urania, la celeste, l'Astronomia, con un bastone puntato al cielo.


E proprio dall’ambiente greco che Petronio vuole trarre esempio e paragone contro l’oratoria dei retori del Foro romano, dove “i ragazzi delle scuole li ascoltano, si incretiniscono, perché nelle loro chiacchiere non trovano niente di attuale […]”. – Petronio Satiricon.
La retorica non istruisce, non produce sapienza, a differenza di poesia e filosofia, come Petronio, elogiando altrimenti Sofocle Euripide, Platone e Demostene.
Con Johan Fichte si avrà più tardi la “missione del dotto” che richiama le parole dell’autore latino concentrando la capacità ed il dovere in modo esclusivo del dotto all’istruzione della comunità.
Anche Foscolo, nell’Orazione “ Dell’origine e dell’uffizio della letteratura” pone le origini della poesia nella natura, come un sentimento innato, come un germe che è nell’uomo, e che nel letterato fiorisce in tutta la sua magnificenza , nutrita “dall’esperienza delle passioni” , calata nell’ambiente e nel periodo del letterato, aggiungendo che “nessuno mai di università o accademia, niuno principe oserà mai fare cadere le lettere nell’abbiezione”.
La letteratura, e la poesia sono sempre presenti come parti non integranti bensì indispensabili dell’istruzione e della cultura.
Alessandro Manzoni, nella lettera a Marco Coen, dà un’interpretazione non meno originale della letteratura, affermando che “non è gioco né ozio, non è vana ambizione, ma è l’arte di dire, cioè di pensare bene, di rinvenire col mezzo del linguaggio ciò che è di più efficace […]”, mettendo in luce l’importanza del “pensiero concreto” ( adesso cattedra all’Università San Raffaele di Milano), e pronuncia le parole di Foscolo nell’esporre che “questa letteratura si apprende non dai libri soltanto ma dalla conoscenza degli uomini e delle cose”, facendo una distinzione tra manuale ed esperienza sensibile, tra ragione esentimento, così da interpretare una delle massime di Blaise Pascal: “ l’Esprit de geometrie non è sufficiente per comprendere la realtà”, affiancando al manuale il sentimento e la speculazione che sono propri dell’uomo. L’evoluzione della letteratura ha portato infine al giornalismo, vera fonte d’informazione mondiale, che si pone di pubblicare il vero ed il necessario, tema del Verismo che in Manzoni vede un precursore, ed in Giovanni Verga il maggiore esponente. L’ordine dei giornalisti si propone di rispettare una serie di norme deontologiche che fanno capo a leggi legate alla privacy quali: RESPONSABILITA’ (di ciò che viene detto, scritto e pubblicato), RETTIFICA E REPLICA ( possibilità di replica da parte dell’interessato), PRESUNZIONE D’INNOCENZA ( Habeas Corpus: la presa di posizione neutrale del giornale prima del verdetto), INCOMPATIBILITA’ ( se un argomento può o meno essere pubblicato), MINORI E SOGGETTI DEBOLI ( rispetto e antiaccanimento nei confronti di chi ha scarse possibilità di difesa), fondamentalmente leggi del rispetto del sociale e dell’informazione, strutture di un’adeguata educazione ed istruzione.
In conclusione ciò che istruisce esiste già nell’uomo, è insito a priori nella natura, senza la necessità di inventare castelli campati per aria come la retorica e la falsa informazione. Alla base della cultura ci stà l’esperienza sensibile, il rapportarsi al sociale, l’obbiettività, la coerenza. Il filosofo, il letterato, od il giornalista non devono far altro che darne una forma adeguatamente presentabile.